Come saprai, lo slogan di Tantralife è “Conscious Love , Natural Life”, Amore consapevole, vita naturale. Ma cosa significa esattamente quest’ espressione? In che modo una sessualità consapevole può rendere la vita più vera, più naturale? E soprattutto qual è la naturalezza che manca nelle nostre vite?
“La sensibilità sessuale è un bene prezioso che si trova già dentro di noi. Parole di Radha Luglio.
“L’ amore non si fa, l’amore accade. Come la meditazione. In questo senso l’atto sessuale può essere il momento ideale per espandere le nostre percezioni. L’orgasmo, infatti, è un momento in cui è più facile sperimentare la sensazione di perdita dei propri confini, annullando tempo e spazio”. Con queste parole Radha Luglio, allieva diretta di Osho e insegnante internazionale di Tantra da oltre vent’anni, definisce l’esperienza del Tantra, la “trasmissione sussurrata”, tramandata per millenni come un segreto da maestro a discepolo.
Oggi questa parola è naufragata, come molte parole sacre, in una confusione che ne ha svilito l’essenza: “Snaturiamo l’atto sessuale trasformandolo in performance, perdendo freschezza, naturalezza e spontaneità… Abbiamo bisogno di restituire all’atto sessuale dignità, profondità e mistero, per riscoprire ciò che il sesso è: un’esperienza d’amore, un ponte verso il sacro”.
UNA VIA FEMMINILE
L’ etimologia è da rintracciare nel sanscrito: è composta da tan, che significa “espansione” e tra che è tradotto con “metodo”. Un metodo per espandere la consapevolezza e il potenziale energetico vitale…
Radha chiarisce: “Nel Tantra (e nella meditazione, ndr.) si impara il non fare, il lasciar accadere: entriamo in contatto con i nostri sensi e comprendiamo che andiamo bene così come siamo. Il Tantra non deve essere inteso solo a livello di energia sessuale, ma anche come accettazione consapevole di tutto di ciò che la vita propone”. Per questo si tratta di una via che attribuisce grande importanza al potere trasformativo femminile; laddove per femminile non s’intende l’aspetto strettamente fisiologico, ma piuttosto un’attitudine mentale. “Se infatti L’Hatha Yoga, così come ci è trasmesso da Patanjali nei suoi Yoga Sutra, ha un approccio alla vita tipicamente maschile (è la via della forza di volontà, che insegna a contenere e controllare con consapevolezza grazie a una disciplina assoluta), il Tantra è la via della resa: è indulgere con consapevolezza. In termini psicologici moderni, si potrebbe dire che l’Hatha Yoga è estroverso mentre il Tantra è introverso”. Nel Tantra ogni desiderio è consentito e deve essere soddisfatto come veicolo per andare oltre, ogni energia diventa un aiuto per evolvere. “Ecco perché il Tantra è rischioso: è facile perdersi nell’energia sessuale, che è un istintivo e innato desiderio in ciascuno di noi” ci mette in guardia Radha.
METAFISICA DEL SESSO
L’ obiettivo del Tantra è lo stesso dello yoga: entrare in contatto con il proprio vuoto interiore, un vuoto ‘pieno di ricchezza e di spazio’. Come lo Yoga, il Tantra ci invita a essere testimoni delle nostre azioni, contemplando (dal latino cum + templum, cioè “osservare l’oggetto ponendolo in un tempio”, con rispetto). Contemplazione che può essere allenata in ogni gesto quotidiano: quando camminiamo, quando mangiamo e, soprattutto quando facciamo l’amore. “Ma è fondamentale comprendere che la capacità di sentire la nostra energia non dipende dall’altro: il partner è solo la scintilla che può accendere il nostro fuoco”. Lavorando con la sessualità ci si avvicina al proprio nucleo: è un viaggio di ritorno a se stessi attraverso l’altro, grazie al quale possiamo imparare ad amare umilmente noi stessi…[…]”
Da un’ intervista a Radha Luglio di Antonella Malaguti su Yoga Journal (estratto)