di Neerav C. Luglio
Quanto è difficile fare della meditazione una sana abitudine quotidiana? “non ho tempo” è la scusa più frequente che ci diamo, ma a volte si tratta anche di avere quel coraggio di fermarsi per un’ora o più e guardarsi dritti dentro senza evitare quello che non ci piace e con cui stiamo scomodi, quello che giudichiamo e che vorremmo diverso… Eppure, come Osho ha sempre detto, la meditazione è l’unica medicina che ha da offrire per tutte le nostre malattie.
Ecco una condivisione senza veli e senza filtri sul potere trasformativo della Meditazione Kundalini di Osho, di Neerav, il fratello di Radha.
“Ero scettico nel riprendere a fare la Kundalini a quaranta e passa anni, dopo averne
assaporato un certo beneficio a metà degli anni novanta durante un mio viaggio in India
dove ebbi modo di praticare un po’ di meditazioni nell’Ashram di Poona, dentro cui
viveva mia sorella da anni.
La solita sensazione di benessere fisico dopo la meditazione non mi aveva mai
portato alla reale consapevolezza che poteva essermi utile pure per la vita quotidiana. E,
invece, praticando ora con una certa frequenza questa meditazione, è come se avessi
risvegliato i miei sensi e la mia ricerca interiore. Il tutto in un percorso quasi
psicoterapeutico che mi vede da parecchi mesi tirar fuori, prima, durante e dopo la
meditazione, tanto malessere, frustrazioni, paure, complessi, angosce, senso di
inadeguatezza, reminiscenze e ricordi amari, determinazione e volontà di azione per il
mio presente, senso di beatitudine nel sentirmi al centro dell’universo, me stesso con tutti i
miei limiti e le mie potenzialità illimitate. Insomma, ho vissuto e sto vivendo, in un certo
senso un’esperienza catartica che, da una parte, mi fa purificare ogni scoria di negatività e
di malessere quando questi si accumulano troppo e, dall’altra, mi offre la spinta verso la
bellezza della conoscenza del mio Creato interiore. Sì, è come se questa beatitudine, (ma
senza nessun riferimento a postumi sessantottini frikkettoni), mi diriga verso una tale
consapevolezza e conoscenza dei miei processi interiori, che riesco, di conseguenza, a
vedere e a capire tutto e tutti coloro che mi circondano sotto un’altra luce. Senza farmi
fagocitare da alcunché, cerco di entrare in osmosi con il mondo, non perdendo la bussola,
ma, anzi, offrendo sempre la mia rinnovata freschezza di spirito. Come una camera d’aria
che evita di farmi scazzottare dalla vita e dalle persone, utilizzo questa neonata
saggezza per offrire, umanità, gioco, per sdrammatizzare tutto il peso dell’esistenza mia e
di chi incrocio sul mio tragitto. Cerco sempre di mettermi in discussione, ma senza più
troppe masturbazioni cerebrali, bensì, con una disciplina dello spirito che nel suo fluire,
nel suo respirare ogni molecola che lo circonda, si rapporta a questo divenire,
prendendone le misure e accogliendolo dentro di sé con gioia.
La vita è unica, le aspettative, troppe
Il pensiero e le azioni quotidiane, nella loro routine, vuota o piena che sia, ci schiacciano nello spirito. La Kundalini mi sta offrendo la possibilità, una seconda chance, per riappropriarmi della mia essenza e per amare profondamente la mia esistenza con uno slancio in più verso la creatività, la fantasia, la forza di intessere relazioni e rapporti non facendosi smorzare da troppe barriere. E non parliamo poi della sessualità. Wow! Anche in queste dinamiche, è tutto diventato più naturale, sia la quantità che la qualità. E mi risulta molto più semplice fare in modo che l’avventura nasca, senza troppe paranoie che caratterizzavano la mia eterna imbranataggine.
Guai a chi mi tocca la Kundalini… Quella di Osho! Naturalmente.
Neerav (al di là del suono)”